Il disturbo da dismorfismo corporeo (DDC) anche chiamato dismorfofobia, dismorfia, body dysmorphia o body dysmorphic disorder (BDD), è una condizione psicologica complessa in cui l’individuo è ossessionato da difetti percepiti nel proprio corpo.
Questi difetti sono spesso immaginari o, se reali, di entità minima; tuttavia, nella mente dell’individuo dismorfofobico, diventano fonte di intensa preoccupazione e sofferenza.
Il termine “dismorfofobia” è coniato nel 1891 dallo psichiatra e antropologo Enrico Morselli che, nel suo scritto Sulla dismorfofobia e sulla taleofobia, la definisce come:
“sensazione soggettiva di deformità o di difetto fisico, per la quale il paziente ritiene di essere notato dagli altri, nonostante il suo aspetto rientri nei limiti della norma”.
La definizione di disturbo da dismorfismo corporeo arriva solo nel 1980, e viene utilizzata per sottolineare come non si tratti solo di un tipo di evitamento fobico, ma di un disturbo più complesso.
L’American Psychiatric Association ci chiarisce infatti cos’è la dismorfofobia e suggerisce come questo disturbo dell’immagine corporea vada ben oltre la semplice insoddisfazione per il proprio aspetto fisico, definendola come:
“una condizione caratterizzata da eccessive e continue preoccupazioni per imperfezioni, non osservabili oggettivamente, che le persone percepiscono nel loro aspetto fisico”.
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I principali sintomi della dismorfofobia
Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali), il disturbo da dismorfismo corporeo rientra nel gruppo dei disturbi ossessivo compulsivi.
La dismorfia corporea può portare la persona a passare ore a guardarsi allo specchio, confrontando continuamente il proprio aspetto con quello degli altri e cercando i modi per nascondere i difetti che vede su sé stessa.
Tra i sintomi del disturbo da dismorfismo corporeo ci sono:
- eccessiva preoccupazione dei difetti percepiti sul proprio corpo
- comportamenti ossessivi come controllarsi ripetutamente allo specchio, pizzicarsi la pelle in corrispondenza del difetto percepito
- ricorrere a frequenti interventi di chirurgia estetica
- evitamento delle situazioni sociali e isolamento, causati dalla paura del giudizio degli altri.
Questi sintomi possono essere debilitanti, perché possono portare livelli elevati di ansia e depressione, compromettendo fortemente la qualità della vita.
I tipi di disturbo dell’immagine corporea
Diversi casi ed esperienze di dismorfofobia ci raccontano come questo disturbo possa coinvolgere una o più parti del corpo, portando gli individui ad avere una percezione distorta di sé e “vedersi brutti”.
Tra i principali tipi di dismorfismo troviamo:
- la dismorfofobia facciale
- il dismorfismo muscolare (chiamato anche vigoressia o bigoressia), che spesso può portare alla dipendenza da sport
- la dismorfofobia peniena, legata alla percezione distorta delle dimensioni del pene
- il dismorfismo corporeo familiare (non è un termine clinico ufficiale): indica un insieme di convinzioni distorte sull’aspetto fisico condivise o trasmesse all’interno del contesto familiare.
Ci sono poi i casi di dismorfofobia gravissima e di dismorfofobia delirante, in cui i sintomi psicologici possono portare anche a ideazioni suicidarie.
Le cause del dismorfismo corporeo
Le cause del disturbo da dismorfismo corporeo sono complesse e spesso derivano da una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali. Alcune delle influenze principali includono:
fattori genetici: una predisposizione familiare a disturbi mentali, come l’ansia o il disturbo ossessivo-compulsivo, può aumentare il rischio di sviluppare il DDC
traumi e esperienze negative: eventi traumatici nell’infanzia o nell’adolescenza possono avere un grande impatto. Il bullismo, gli abusi emotivi, fisici o sessuali e le critiche frequenti sull’aspetto fisico possono danneggiare la percezione di sé
pressioni sociali e culturali: l’esposizione continua a standard di bellezza irrealistici, anche attraverso i social media e le pubblicità, può causare sentimenti di inadeguatezza
fattori neurobiologici: cambiamenti nella struttura o nella funzione del cervello possono influenzare come vediamo le immagini e portare a una percezione distorta del nostro aspetto.
Impatto della dismorfofobia sulla vita quotidiana
Il disturbo da dismorfismo corporeo può avere effetti profondi su vari aspetti della vita di una persona, tra cui la compromissione:
della salute mentale: l’ossessione per i difetti percepiti può portare a elevati livelli di ansia, depressione e bassa autostima. Nei casi più gravi, possono emergere pensieri suicidari
della funzionalità sociale e lavorativa: l’evitamento di situazioni sociali e l’isolamento possono limitare le opportunità di costruire relazioni significative e influenzare negativamente la carriera professionale.
del proprio organismo: alcune persone possono ricorrere a interventi estetici ripetuti o non necessari, con il rischio di complicazioni mediche e un ulteriore peggioramento del disagio psicologico.
DCA e dismorfismo corporeo
Come abbiamo visto, la dismorfofobia non è un disturbo ascritto in modo specifico ai disturbi del comportamento alimentare (definiti anche disturbi dell’alimentazione e della nutrizione) ma, sia alla base della dismorfofobia che dei disturbi alimentari, troviamo la dispercezione corporea, ovvero quel meccanismo che porta la persona a percepire il proprio aspetto fisico in modo distorto.
Ecco alcune differenze chiave tra un disturbo alimentare e il dismorfismo corporeo:
- la maggior parte dei disturbi alimentari riguarda l’immagine corporea nel suo complesso, e si concentra sulla forma e sul peso
- chi soffre di dismorfismo corporeo si concentra su una parte specifica del corpo come il naso, la massa muscolare, l’attaccatura dei capelli o lo stomaco
- la maggior parte dei disturbi alimentari provoca angoscia per la forma e il peso del corpo tanto da influire negativamente sui comportamenti alimentari
- il dismorfismo corporeo include sempre comportamenti ripetitivi (come pizzicare la pelle, eccessiva cura personale o confronto mentale ripetuto con gli altri).
Comorbilità tra dismorfismo corporeo e disturbi alimentari
Quando si presentano insieme il dismorfismo corporeo e i disturbi alimentari, la situazione può diventare particolarmente complessa. Infatti, quasi un terzo delle persone con BDD sviluppa un disturbo alimentare in un momento o nell’altro della vita.
Allo stesso modo, molte persone con anoressia nervosa sviluppano anche BDD, che si concentra su aree del corpo diverse dal loro peso.
Questo legame tra BDD e disturbi alimentari suggerisce che le persone con BDD possono essere particolarmente a rischio di sviluppare disturbi alimentari in futuro, a causa delle preoccupazioni eccessive per l’aspetto fisico, che possono portare a comportamenti alimentari disfunzionali nel tentativo di modificare l’aspetto del corpo.
Sebbene ci sia una correlazione tra BDD e disturbi alimentari, non tutte le persone con BDD svilupperanno un disturbo alimentare, e viceversa. È importante conoscere i segni e i sintomi sia del BDD che dei disturbi alimentari.
Sia il BDD che i disturbi alimentari causano a milioni di persone grande dolore e sofferenza: una diagnosi corretta e il supporto professionale di uno psicologo per i disturbi alimentari, possono fare la differenza per trovare le opzioni di trattamento più efficaci disponibili.
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Come si cura il dismorfismo corporeo
Un approccio terapeutico integrato può aiutare le persone affette da dismorfofobia a gestire i sintomi e a migliorare la qualità della vita. I trattamenti più efficaci includono:
psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (CBT): la CBT è considerata il trattamento di prima linea per il dismorfismo corporeo. Questa, insieme ad altre psicoterapie, aiuta i pazienti a identificare e modificare i pensieri distorti riguardo al proprio corpo, a ridurre i comportamenti compulsivi e ad aumentare l’autostima. Tecniche come l’esposizione e la prevenzione della risposta possono essere utilizzate per affrontare l’ansia associata ai difetti percepiti
terapia farmacologica: gli SSRI, usati per l’ansia e la depressione, possono aiutare a ridurre i sintomi ossessivo-compulsivi della dismorfofobia. La farmacoterapia (da seguire solo dietro stretto controllo medico) è spesso utilizzata in combinazione con la psicoterapia per ottenere risultati migliori
gruppi di supporto: partecipare a gruppi in cui le persone condividono esperienze simili può fornire un senso di comunità e ridurre il senso di isolamento. I gruppi di supporto offrono un ambiente sicuro in cui discutere delle sfide e scambiare strategie per affrontare il disturbo
- psicoeducazione: condividere informazioni sul disformismo corporeo può aiutare i pazienti e le loro famiglie e aiutarli a capire meglio la condizione per partecipare attivamente al recupero.
Il ruolo della famiglia e degli amici
Il supporto di amici e familiari è cruciale nel percorso di recupero. Coloro che sono vicini alla persona affetta da BDD possono:
offrire sostegno emotivo: ascoltare senza giudicare, esprimere comprensione e incoraggiare la ricerca di aiuto professionale
evitare critiche sull’aspetto: commenti negativi, anche se a volte fatti inconsapevolmente, possono aggravare il disturbo
educarsi sul disturbo: comprendere la natura del BDD permette di fornire un supporto più efficace e di riconoscere segnali di peggioramento
promuovere attività positive: incoraggiare la partecipazione ad attività sociali e ricreative che possono migliorare l’umore e ridurre l’isolamento.
Il ruolo dei media e della società
I media e i social network hanno un’influenza significativa sulla percezione del corpo. È fondamentale promuovere rappresentazioni realistiche e diversificate dei corpi, sfidando gli standard di bellezza irrealistici che spesso vengono proposti.
Campagne che valorizzano la diversità e l’accettazione di sé possono contribuire a ridurre l’incidenza di disturbi come il dismorfismo corporeo. Inoltre, l’educazione dei giovani sull’uso critico dei media è essenziale.
Insegnare a riconoscere gli effetti negativi dei modelli irrealistici e a sviluppare una sana autostima, può fungere da fattore protettivo contro lo sviluppo del disturbo.
Strategie per la cura della dismorfofobia
Superare il disturbo da dismorfismo corporeo è un percorso che richiede tempo, impegno e il supporto di professionisti qualificati. Alcune strategie che possono aiutare includono:
partecipare attivamente alle sedute terapeutiche, seguire le indicazioni del terapeuta ed essere aperti al cambiamento
praticare la consapevolezza attraverso tecniche di mindfulness e meditazione, per ridurre l’ansia e focalizzarsi sul momento presente
stabilire obiettivi realistici lavorando su piccoli cambiamenti graduali, per rendere il percorso meno oneroso e più gestibile
costruire una rete di supporto circondandosi di persone che comprendono e sostengono il processo di guarigione
evitare confronti sociali limitando il tempo trascorso sui social media e concentrandosi sulle proprie qualità uniche.
È possibile uscire dal dismorfismo corporeo?
Se riconosci i segnali della dismorfofobia questi segnali in te o in una persona cara, non esitare a chiedere aiuto. Il primo passo può essere parlare con un medico di base, che potrà indirizzare verso uno specialista della salute mentale.
Esistono numerosi centri e professionisti specializzati nel trattamento del BDD, pronti a offrire supporto e guida. Ricorda che non sei solo e che la strada per la guarigione, sebbene impegnativa, è percorribile.
Con il giusto supporto e le risorse adeguate, è possibile ritrovare equilibrio, serenità e una percezione più sana di sé.
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