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Drunkoressia: cos’è, sintomi, cause e come intervenire

La drunkoressia è un fenomeno complesso e in crescente diffusione, soprattutto tra adolescenti e giovani adulti. Già dalla parola stessa possiamo comprendere di cosa si tratta. 

Il termine unisce la parola anglofona drunk (ubriaco) e anoressia, e definisce un comportamento disfunzionale caratterizzato dalla tipica restrizione alimentare dell’anoressia unito al consumo di alcol, utilizzato come compensazione calorica.

Sebbene la definizione di drunkoressia e la condizione che la descrive non sono formalmente presenti nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), questa rappresenta un grande rischio per la salute fisica e mentale, poiché unisce gli effetti nocivi della malnutrizione a quelli legati all’abuso di alcol. 

Criteri diagnostici e sintomi della drunkoressia

Chi soffre di drunkoressia riduce o elimina i pasti per “risparmiare calorie” che vengono poi compensate con quelle derivanti dalle bevande alcoliche. Oltre al digiuno o alla restrizione calorica, soprattutto prima di occasioni in cui si prevede il consumo di bevande alcoliche, i sintomi che caratterizzano la drunkoressia sono, tra gli altri:

  • binge drinking, ovvero l’assunzione di grandi quantità di bevande alcoliche in un arco di tempo molto breve, con l’obiettivo principale di raggiungere rapidamente lo stato di ebbrezza 
  • senso di colpa e vergogna dopo aver mangiato e bevuto
  • eccessiva attenzione al peso corporeo e alla forma fisica
  • possibile attività fisica intensa per compensare sia il cibo che l’alcol
  • in alcuni casi, vomito autoindotto. 

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Le cause della drunkoressia

I fattori di rischio della drunkoressia interessano sia aspetti sociali che psicologici, senza escludere del tutto anche una componente ereditaria.

Su quest’ultimo punto la ricerca è in continua evoluzione. Per esempio, alcuni studi sostengono che “fattori genetici comuni potrebbero essere alla base della vulnerabilità alla dipendenza da alcol e della predisposizione alle abbuffate e ai comportamenti compensatori.”

Riguardo le possibili cause sociali, bisogna ricordare che il consumo di bevande alcoliche è considerato, in quasi tutto l’Occidente, parte integrante delle abitudini alimentari. 

In aggiunta, bisogna sempre tenere presente che certe dinamiche sociali dei gruppi, il bisogno di appartenenza e il desiderio di superare un certo senso di inadeguatezza, possano portare la persona all’abuso di alcol o a un DCA

Anche le pressioni dei media, specie in relazione all’aspetto fisico, possono contribuire in maniera determinante allo sviluppo o alla diffusione di comportamenti disfunzionali come la drunkoressia o i disturbi alimentari come l’anoressia nervosa

“Nello specifico,- come si legge in una ricerca che indaga motivazioni e comportamenti legati alla drunkoressia, “ le motivazioni alla drunkoressia sembrano derivare da motivazioni al conformismo e al consumo di alcol.”

Infine, ma non per importanza, condizioni psicologiche come una certa fragilità emotiva, una bassa autostima o l’ansia sociale, possono determinare l’abuso di alcol e la drunkoressia. 

Ce lo conferma anche una recente ricerca sui possibili interventi sulla drunkoressia: “Complicanze nella regolazione delle emozioni, convinzioni metacognitive sia positive che negative, incapacità di gestire efficacemente stress e ansia, sintomi del disturbo da stress post-traumatico, autodisciplina e autocontrollo, o differenze nelle aspettative sociali sono fattori predisponenti alla drunkoressia.”

drunkoressia

Quali sono le principali conseguenze della drunkoressia?

La ricerca I nuovi disturbi alcol correlati: Binge Drinking e Drunkoressia afferma che “La combinazione di auto-fame e abuso di alcol può portare a una serie di conseguenze fisiche e psicologiche molto rischiose. 

Per esempio, bere in uno stato di malnutrizione può predisporre gli individui a un più alto tasso di intossicazione da alcol, violenza, lesioni o malattie. Bere a stomaco vuoto permette all’etanolo di raggiungere il sangue a un ritmo più rapido e aumenta il proprio tasso di alcolemia con una velocità spesso pericolosa. 

Questo può rendere il bevitore più vulnerabile ai danni cerebrali alcol-correlati. Inoltre, l’abuso di alcol può avere un impatto negativo sulla idratazione e la conservazione del corpo di minerali e sostanze nutritive, esacerbando ulteriormente le conseguenze della malnutrizione e denigrando le facoltà cognitive di un individuo.”

Anche in termini psicologici, le conseguenze possono riguardare l’attività sessuale, le relazioni sociali, ma può anche favorire comportamenti violenti o provocare stati d’ansia e disturbi dell’umore, come la depressione.

Disturbi alimentari e drunkoressia

Abbiamo già parlato, dando la definizione di drunkoressia, di come questa e i disturbi alimentari siano strettamente collegati. La drunkoressia, essendo un disturbo legato all’alcol, porta con sé anche i rischi e i meccanismi di una dipendenza da sostanze alcoliche.

A questo, aggiungiamo un’ulteriore conferma che proviene da una ricerca che ha indagato “la combinazione emergente e grave di disturbi alimentari e consumo di alcol” durante il periodo del lockdown in Italia.

Nella ricerca si legge che “durante il lockdown dovuto al COVID-19, gli individui hanno utilizzato alcol e cibo nel tentativo di rispondere all’effetto negativo e allo stress sperimentati. 

In effetti, il lungo isolamento e il distanziamento sociale possono aumentare le emozioni negative e lo stress, e i disturbi alimentari e il consumo di alcol possono servire come un modo per affrontare il disagio legato a una situazione incerta come la pandemia.”

Drunkoressia in Italia

Nell’ultimo decennio, la drunkoressia e il binge drinking hanno suscitato notevole interesse nei ricercatori di tutto il mondo. Per la maggior parte degli studi, viene indagata una popolazione tra 14 e 24 anni, la fascia d’età maggiormente colpita da questi disturbi.

Da uno studio pilota condotto su un campione di circa 3000 soggetti di età compresa tra 18 e 26 anni, è emersa la significativa percentuale del 32,2% “di soggetti che ha dichiarato di limitare l’apporto calorico prima di bere , con una prevalenza statisticamente significativa tra coloro che consumano alcol regolarmente.”

Questo studio testimonia come la drunkoressia sia un fenomeno comune tra i giovani adulti italiani, tesi confermata dai dati riportati dall’Istituto Superiore di Sanità relativi all’anno 2023/2024 sul consumo di alcol in cui si legge che:

“Il consumo a ‘maggior rischio’ è più frequente fra i giovani e in particolar modo i giovanissimi (fra i 18-24enni la quota raggiunge il 36%), fra gli uomini (22% vs 14% nelle donne) e fra le persone socialmente più avvantaggiate, senza difficoltà economiche (19% vs 16% di chi ha molte difficoltà economiche) o con un alto livello di istruzione (20% fra i laureati vs 7% fra chi ha, al più, la licenza elementare).”

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Quale cura per la drunkoressia?

Nonostante non sia formalmente riconosciuta nel DSM-5, la drunkoressia rappresenta una condizione clinicamente significativa che necessita di estrema attenzione.

Gli interventi si basano su un approccio multidisciplinare che coinvolge medici, professionisti della salute mentale (come uno psicologo per i disturbi alimentari) e nutrizionisti. 

Può essere utile un approccio psicoterapeutico cognitivo-comportamentale, molto utilizzato per trattare i DCA, che interviene proprio su pensieri e credenze disfunzionali e può agire modificando i comportamenti restrittivi, binge e compensatori.

Dato che la drunkoressia è molto diffusa nelle giovani generazioni, è fondamentale che anche la famiglia e gli educatori contribuiscano da un lato a condividere informazioni utili in un’ottica preventiva, e dall’altro che siano in grado di riconoscere i segnali di un possibile disturbo per intervenire tempestivamente. 

 

Bibliografia

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Articolo revisionato dal comitato scientifico di Lilac

Questo articolo è stato revisionato dal nostro comitato scientifico prima della pubblicazione

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