Con l’arrivo dell’estate, il cambiamento di abitudini e la maggiore esposizione corporea possono rappresentare una sfida intensa per chi affronta un disturbo alimentare. Non è solo una percezione soggettiva: diversi studi confermano che il contesto sociale estivo tende ad aumentare l’insoddisfazione corporea e il disagio rispetto al proprio aspetto fisico.
Senza l’ambizione di offrire soluzioni semplicistiche, condividiamo cinque strategie basate sulla ricerca che potrebbero aiutare a ridurre un po’ la pressione in questo periodo complesso.
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1. Accogliere il disagio come reazione naturale
Diversi studi (Tiggemann & Williamson, 2000) hanno osservato che durante l’estate, l’aumento dell’esposizione corporea in ambienti sociali può accentuare il senso di autocritica, anche nelle persone senza una diagnosi clinica.
👉 Potresti provare a ricordarti che sentire disagio non è un segnale che il tuo corpo ha bisogno di cambiare, ma piuttosto una risposta appresa all’ambiente sociale in cui viviamo.
2. Procedere per piccoli passi, senza fretta
Esporsi gradualmente alle situazioni che provocano ansia, iniziando da contesti più sicuri, è una pratica che, secondo Wolpe (1969), può ridurre la paura nel tempo.
👉 Potrebbe essere utile pensare a piccoli passi: ad esempio, indossare pantaloncini in casa prima di farlo all’aperto o scegliere contesti più tranquilli per esporsi progressivamente.
3. Scegliere il comfort come atto di cura
Ricerche di Alleva et al. (2014) hanno mostrato che spostare l’attenzione dalla forma del corpo alla sua funzionalità può migliorare il benessere psicologico. Anche scegliere vestiti comodi può essere un modo concreto per ridurre il focus sull’apparenza.
👉 Potresti scegliere capi che ti facciano sentire a tuo agio nel corpo che hai oggi, senza rimandare questo diritto a un “quando” futuro.
4. Coltivare strategie di autoregolazione emotiva
La letteratura (Braun et al., 2016; Kelly & Carter, 2015) suggerisce che pratiche come la mindfulness o la self-compassion possono ridurre l’auto-giudizio e la vergogna corporea.
👉 Si potrebbe sperimentare, nei momenti di difficoltà, qualche esercizio di respirazione profonda o visualizzazione positiva, senza aspettarsi che “funzioni subito”, ma piuttosto come gesto di gentilezza verso di sé.
5. Valutare i piccoli progressi, senza aspettative irrealistiche
Il miglioramento non è sempre lineare e spesso si misura in dettagli che potrebbero sembrare minuscoli. Studi sull’esposizione emotiva (Wolpe, 1969) confermano che anche piccole riduzioni della paura sono segnali importanti.
👉 Potresti prenderti un momento per riconoscere i piccoli passi fatti, anche quando sembrano invisibili agli occhi degli altri.
Una Nota Importante
Vorremmo essere onesti: se bastassero cinque accortezze per superare il disagio sociale e culturale che circonda i corpi, probabilmente i disturbi alimentari non esisterebbero più.
La realtà è molto più complessa e il lavoro su di sé richiede tempo, strumenti e spesso il supporto di professionisti.
Questi suggerimenti non vogliono essere soluzioni definitive, ma piccoli aiuti per provare ad abbassare la pressione che l’estate può portare.
Se anche solo una di queste idee ti sembrasse utile, sarebbe già un passo. Se invece ti sembrassero lontane o irraggiungibili, sappi che non è una tua colpa. Ogni percorso è unico e merita rispetto.
Lilac è qui per camminare con te, senza forzature, al tuo ritmo.
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📚 Bibliografia
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Tiggemann, M., & Williamson, S. (2000). The effect of exercise on body satisfaction and self-esteem as a function of gender and age. Sex Roles, 43(1), 119–127. ERIC
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Wolpe, J. (1969). The Practice of Behavior Therapy. New York: Pergamon Press. Internet Archive
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Alleva, J. M., Martijn, C., Van Breukelen, G. J., Jansen, A., & Karos, K. (2015). What can my body do vs. how does it look? A qualitative analysis of young women’s descriptions of their body functionality or physical appearance. Body Image, 14, 82–89. Maastricht University
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Braun, T. D., Park, C. L., & Gorin, A. (2016). Self-compassion, body image, and disordered eating: A review of the literature. Body Image, 17, 117–131. ScienceDirect
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Kelly, A. C., & Carter, J. C. (2015). Self-compassion training for binge eating disorder: A pilot randomized controlled trial. Psychology and Psychotherapy: Theory, Research and Practice, 88(3), 285–303.